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venerdì 24 maggio 2019

Porto Tolle:Il consorzio pescatori interviene sui diritti esclusivi di pesca


 Il Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine interviene sulla concessione dei diritti esclusivi di pesca




In nome e per conto del “Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine”, dopo aver letto quanto apparso sugli organi di stampa nella giornata di venerdì 24 maggio 2019, il Presidente del C.d.A.,  Luigino Marchesini, intende chiarire la posizione del Consorzio.

Innanzitutto preme evidenziare che, ad oggi, nelle aree oggetto di concessione, la società Agenzia Delta Po Immobiliare non vanta alcun diritto di proprietà.


Tra il Consorzio e Agenzia Delta Po pende da anni una controversia promossa da quest’ultima per rivendicare la proprietà in un’area della laguna Barbamarco in realtà sommersa dalle acque.

La richiesta di Agenzia Delta Po è stata rigettata sia in primo grado sia in appello e pertanto, ad oggi, sulle aree nelle quali il Consorzio esercita i diritti esclusivi di pesca concessi dalla Provincia, la società Delta Po Immobiliare non vanta alcun diritto.

Il Consorzio, tuttavia, pur sicuro della propria ragione per quanto riguarda i rapporti con Agenzia Delta Po, non può nascondere la sua preoccupazione di fronte al contenuto della nota del Presidente della Provincia pubblicata sui quotidiani locali.

Stupisce infatti che il Presidente Dall’Ara abbia potuto sostenere “che il Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine non ha più l’oggettiva rappresentatività di tutti gli operatori della zona e che quindi è venuta meno anche la coesione sociale ed economica che prima era stata garantita”.

Chi conosce il territorio sa bene che una tale affermazione è del tutto errata e priva di fondamento.

Pensare che il rinnovo della concessione venga messo in discussione sulla base della richiesta di una società il cui oggetto sociale addirittura non ha nulla a che vedere con il mondo della pesca, spaventa gli oltre 1.470 soci del Consorzio, che non abbasseranno certamente la guardia di fronte a quella che si prospetta come una vera e propria ingiustizia, destinata a mettere in ginocchio l’economia bassopolesana.






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