Stamani 200
pescatori del comparto pesca del Delta sono partiti alle 7 da Pila, a bordo di
4 corriere e diverse vetture, con destinazione Venezia. A guidare la
delegazione il sindaco Claudio Bellan, affiancato dagli assessori , dai
rappresentanti delle varie categorie, dai presidenti delle cooperative di pescatori, consorzi
di Pila e territorio del Delta. Giunti a
Piazzale Roma i manifestanti sono stati accolti dalle forze dell’ordine che li
hanno scortati fino alla sede della regione Veneto. Tra cartelli, pettorine, fischietti e trombette i pescatori
hanno attirato l’attenzione dei passanti e turisti in maniera pacifica rendendo superflua la
presenza dei poliziotti. Pescatori e amministratori hanno rappresentato ai
rappresentanti politici regionali le condizioni di emergenza nelle quali versa
uno dei primi porti in Veneto per numero di imbarcazioni e volume di pescato,
vittima dell’interramento causato dalle continue mareggiate che ostruiscono di
sedimenti e sabbia, la bocca di porto e i fondali della laguna di Barbamarco
La delegazione,
è stata poi ricevuta a palazzo
Ferro-Fini dai rappresentanti del consiglio regionale.
Un
incontro a porte chiuse, dove è stato
concesso solo agli addetti stampa della regione Veneto, con l’esclusione
quindi delle giornaliste che lavorano nella zona del Delta, di poter
accedere alla riunione.(Come dire informazione si, ma filtrata da noi della Regione
Veneto)
Nonostante
questo increscioso episodio, abbiamo
raccolto le testimonianze riportate di chi è intervenuto direttamente alla
riunione.
Nel suo intervento il sindaco ha evidenziato quanto sia importante il settore della pesca quanto il prosecco per il governatore Zaia e
per questo l’importante comparto economico trainante ittico del Delta deve avere la stessa dignità di altri prodotti.
Unanime il coro degli intervenuti per gli interventi di somma urgenza , per i
quali la burocrazia ne rallenta la fattibilità, almeno 40 giorni di ferma per i
pescatori che non scelgono di spostarsi a porto Garibaldi.
”Agli inizi degli anni 80- ha detto Fabrizio Boscolo della cooperativa Villaggio
Pescatori –eravamo in 400 pescatori, fino ad arrivare a 2mila posti di lavoro,
in un territorio in cui manca altra alternativa credibile”
“Se non ci date una mano voi politici, perderemo un’altra
laguna, dopo le due già perse. E questo significherebbe la morte della pesca
nel Delta”
“Avevamo previsto una manifestazione sia via terra,
sia via mare, con motopescherecci-ha detto Giuliano Zanellato della cooperativa
Pila mare- ma a causa del maltempo non potevamo uscire ed entrare in sicurezza dalla
bocca di Barbamarco.In questi ultimi nove anni sono stati fatti 9 interventi di
somma urgenza e negli ultimi 4 anni sono stati spesi più di due milioni di euro
di fondi pubblici.Vogliamo evitare che si ripresenti un’altra situazione , che
si creò nel 1987 quando un peschereccio si incagliò, e nell’impatto provocò la
caduta e la morte di un pescatore”
A supportare le marinerie di Pila anche Emanuele
Finotti ,presidente della cooperativa Maistra e vice presidente del consorzio
pescatori. “Abbiamo 1470 addetti e produciamo un volume di 60 milioni di euro. E
questo ci porta ad essere i primi nella produzione di molluschi. Siamo vicini
ai pescatori delle marinerie di Pila per
l’importanza della vivificazione della laguna di Barbamarco
“E bene che le
risorse che si stanno spendendo per le
somme urgenze, -commenta la Bartelle-siano messe a sistema, visto e considerato
che ogni volta che viene concordata una somma urgenza, trascorrono almeno 40 giorni di pratiche burocratiche, per le
autorizzazioni varie. Periodo in cui i pescatori o emigrano con le proprie
imbarcazioni a Porto Garibaldi o semplicemente non pescano”.
A
tracciare il cronoprogramma delle azioni messe in campo dalla Regione è stata
l’assessore ai lavori pubblici: “L’obiettivo prioritario della Regione è
mettere in sicurezza i pescatori e i motopescherecci – ha scandito Elisa De
Berti – Pertanto, d’intesa con il Prefetto di Rovigo, abbiamo affidato a
Sistemi territoriali il compito di eseguire un ulteriore intervento di somma
urgenza, che troverà capienza nel fondo già stanziato
per il 2018. Inoltre, la settimana prossima, la Giunta regionale
delibererà un nuovo intervento per un impegno finanziario di circa 450 mila
euro, destinato ad allargare il canale esistente a 50 metri di larghezza e sino
a 4 metri di profondità, secondo le indicazioni della Capitaneria di Porto”.
Nel
frattempo – ha aggiunto l’assessore ai lavori pubblici – la Regione è già al
lavoro per definire in sede tecnica un progetto di intervento strutturale
permanente, che consenta di superare la logica della continua emergenza.
D’intesa con il mondo della pesca e i diversi soggetti istituzionali che hanno
competenza sull’area deltizia, la Regione - ha avvertito l’assessore – si
incarica di elaborare una soluzione tecnica, a proprie spese (100 mila euro il
budget stanziato), da presentare al governo nazionale.
“Lo
scorso anno il governo nazionale ha stanziato 40 milioni per i porti, ma a Pila
non è arrivato nemmeno un centesimo – ha sottolineato l’assessore – Dobbiamo
lavorare insieme e fare squadra, perché anche Pila entri nelle rete portuale
italiana e benefici dei relativi finanziamenti”.
“Credo
che i pescatori polesani abbiano ricevuto ogni possibile garanzia dalla Regione
Veneto di massima attenzione e volontà di intervento – commenta l’assessore
polesano Corazzari – Il porto di Pila, che è infrastruttura indispensabile per
una delle eccellenze produttive del territorio, insiste in un’area delicata, in
continua trasformazione, estremamente fragile dal punto di vista ambientale e
naturalistico. Per questo la Regione Veneto ogni anno ha continuato a
garantire, con 190 mila euro di risorse proprie, interventi urgenti di
manutenzione degli accessi alla laguna di Barbamarco. Ora l’amministrazione
regionale si fa carico di una progettazione complessiva più ampia che, nel
rispetto dei vincoli ambientali, possa assicurare la prosecuzione delle
attività di pesca e di molluschicoltura, con il duplice obiettivo di
salvaguardare ecosistema e attività produttive. Perchè la laguna e l’area del
delta non possono prescindere dal continuo intervento manutentivo dell’uomo”.
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