“Siamo sempre on the
road” sono le parole di Beppe Carletti della band dei Nomadi prima del soundcheck, di domenica 29 Aprile , data del concerto nell’ex
centrale Enel a Polesine Camerini .
L’evento organizzato dalla Ellelleeventi in sinergia con l’amministrazione comunale, forze dell’ordine, i gruppi di volontariato del territorio e quanti sono
stati coinvolti a vario titolo per
rendere possibile il successo di una serata musicale che ha segnato l’avvio della
stagione turistica a Porto Tolle
Beppe, siete tornati in Polesine, dopo vari concerti e prima di allora perché
è stata la terra che in un certo senso ha segnato la storia dei Nomadi
E già, è stato proprio in un dancing di Trecenta dove ci siamo conosciuti io e Augusto dall’Oglio
Ci racconti i 55 anni di storia di Nomadi
Dopo 55 anni di attività, esserci ancora è una cosa
veramente positiva, da raccontare,
perché dopo tanti anni e vari cambiamenti, dalla morte di Augusto del 1992, ai
cambiamenti nella band, è anche cambiato l’approccio alla musica, sono cambiati
i gusti delle persone. Tutto è cambiato. Se noi pensiamo che nel momento in cui
siamo partiti era il tempo di Claudio Villa e passiamo ai rap di adesso, credo
che nessuno avrebbe potuto immaginare che ci sarebbe stata una trasformazione così incredibile. Cambiamenti
epocali che lasceranno il segno, non solo musicalmente.
In tutti questi anni,
con le vostre canzoni siete stati
precursori di cose poi accadute
Ciò che noi diciamo ai concerti è ciò che sentiamo, perché
chi fa arte, e la musica lo è, è sempre un precursore di tante cose. Non si
tratta di maggior sensibilità, ma sicuramente si riesce a recepire un po’ prima quello che
accadrà dopo. Suonando così, si respirano le cose che stanno cambiando e riesci
comunque ad anticiparle in un certo senso. Così facendo lasciamo dei segni nel
cuore delle persone. La musica è la parte fondamentale nella vita delle
persone e quando con la musica riesci ad
arrivare al cuore delle persone sei riuscito a fare quello che era dentro di “
noi”, lasciare un segno, e il segno lo si lascia con dei testi. Tuttora certe
canzoni le facciamo ancora perché sono di un’attualità mostruosa e io credo che
se noi siamo ancora qua dopo tanti anni è dovuto alle canzoni che abbiamo scelto di interpretare. Questo è
innegabile.
Come avete scelto le canzoni?
Abbiamo scelto quelle
in cui credevamo, perché bisogna essere credibili quando si va sul palco. Si deve essere credibile. Non è che
uno può cantare tutto, dipende da come interpreti la canzone ,se sei credibile
o no. Questo è fondamentale. Devi interpretare le canzoni e devi essere
credibile quando lo fai. La coerenza paga tardi, ma paga.
Ci sono tematiche che non avete mai trattato nelle vostre canzoni?
Difficile trovare delle tematiche che non abbiamo mai
trattato, però volendo ci si riesce, bisogna pensare in positivo senza pensare
alla canzone di moda che può andare, ma quello su cui crediamo e ci rendiamo
quindi credibili quanto le interpretiamo.
Per radio non ci siete quasi mai, eppure avete un tour pieno di date fino ad Agosto in tutta Italia
Questa è una dimostrazione che non è che fanno concerti solo quelli che vengono trasmessi per
radio, perché ora c’è un mondo con la nuova tecnologia con la quale trasmetti
via telefonino. Le radio non sono più indispensabili, sono importanti ,ma non
più indispensabili e credo che più andremo avanti e più le radio assumeranno sempre
meno importanza, e questo vale anche per la televisione. Noi siamo una
dimostrazione che si può fare a meno di
Radio e Tv
Com'è il vostro pubblico?
Il nostro è un pubblico eterogeneo per provenienza sociale e politica oltre che di età differente, ci sono ragazzi, genitori, nonni: questa è una grande fortuna. Sono persone attente, critiche e solidali. Oltre a tutto questo sono aperti a stimoli e novità.
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